Generare nuovo valore: la reale innovazione tra imprese, Stato e Terzo Settore

In questi ultimi anni stiamo assistendo ad un progressivo cambiamento strutturale della società, che richiede inevitabilmente il ripensamento dei fondamenti del nostro agire e che nella pratica si traduce in nuove modalità di produrre valore.

Tempo fa si tendeva a pensare, infatti, che non fosse possibile avviare in Italia un percorso dove crescita economica, tutela ambientale e inclusione sociale fossero obiettivi perseguibili contemporaneamente. La novità della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile 2017-2030, invece, è stata quella di riconoscere esplicitamente che è proprio possibile raggiungere l’armonia tra questi tre principi.

Il concetto di valore, per prima cosa, va analizzato da tre diverse prospettive:

  • Economica, per cui il valore consiste nell’aumento di ricchezza materiale e finanziaria che un’organizzazione produce attraverso la sua attività specifica;

  • Sociale, ovvero il contributo in termini di produzione di beni relazionali e creazione di capitale sociale;

  • Istituzionale, cioè la capacità di fornire un apporto in termini di rafforzamento della sussidiarietà orizzontale e dei rapporti istituzionali.

Il Documento di Sviluppo Sostenibile, dunque, propone una strategia che fa leva sulla creazione di una partnership tra i tre attori principali che producono valore: enti pubblici (in primis, il governo), il mondo delle imprese e gli enti del Terzo Settore (come le imprese sociali). Proprio per la complessità e la molteplicità di sfaccettature che caratterizzano il concetto di valore è necessario che questi attori concorrano alla sua produzione in modo sinergico, apportando ciascuno le proprie peculiarità.

Le imprese di business, per esempio, stanno cambiando l’organizzazione della produzione di beni e servizi, armonizzando nel loro modello di business la dimensione economica, sociale e ambientale.

I soggetti non profit, invece, stanno cambiando il processo di erogazione dei servizi, incrementando la percentuale di beni e servizi scambiati sui mercati e, di conseguenza, accrescendo anche la componente produttiva di capitale sociale.

Lo Stato, infine, concorre alla ridefinizione della produzione di valore, promuovendo progressivamente processi di coproduzione, come i servizi di welfare. Attraverso l’inclusione dei cittadini nel processo produttivo di tali servizi, infatti, si garantisce la costruzione di un welfare caratterizzato da alti livelli di qualità e realmente democratico.

 

La creazione di valore condiviso tra Stato, imprese e Terzo Settore

Coesione: la nuova parola chiave del successo

La prospettiva del processo di cambiamento in atto, dunque, conduce alla realizzazione di nuovi modelli per la produzione di valore, più adattivi e flessibili, e spinge nella direzione della coevoluzione. In altre parole, viene superata la netta divisione delle competenze tra Stato, mercato e società civile e si applica una nuova modalità operativa che vede tali soggetti procedere insieme, interagendo tra loro e influenzandosi vicendevolmente, con l’obiettivo di costruire un’offerta completa e personalizzata in risposta alla sempre più diversificata domanda di beni e servizi.

Le imprese coesive, essendo in grado di rendere la relazione un fattore produttivo e di generare valore condiviso, sono di fatto le imprese più attrezzate per interpretare i cambiamenti in atto e per affrontare tutti i futuri possibili.

 

Le relazioni delle imprese coesive

La domanda che sorge spontanea è in che modo queste relazioni possono diventare un elemento positivo decisivo per la performance e il successo delle imprese.

Il primo fattore è quello dell’effetto puzzle. Ognuno di noi ha competenze, esperienze, conoscenze e ruoli sociali non sovrapponibili e complementari a quelli degli altri. Riuscire a fare squadra vuol dire unire le proprie forze e diventare, quindi, più competitivi.

Il secondo è l’effetto della super additività. Attraverso il confronto, il dialogo e la circolazione delle conoscenze si ottengono risultati sempre superiori rispetto alle aspettative iniziali.

Il terzo fattore è la digitalizzazione, che ci consente di aumentare la velocità di circolazione delle conoscenze e di organizzare piattaforme virtuali dove continuare a coltivare le nostre relazioni di impresa, anche non in presenza.

Il quarto fattore è l’arte in sé di coltivare relazioni. In letteratura economica la fiducia è considerata un rischio sociale, ma, tendenzialmente, è proprio la logica individualistica di massimizzare il proprio tornaconto che porta a risultati non ottimali e distrugge la cooperazione. La razionalità sociale dell’uomo e la logica cooperativa dell’economia civile, invece, devono prevalere sulla tendenza individualistica, creando riconoscenza e gratitudine, stimolando reciprocità e costruendo relazioni basate sulla fiducia reciproca.

Il quinto ed ultimo fattore è lo scambio simbiotico con il territorio, considerato come elemento di attrattività, ma anche di legittimo legame con la propria comunità.

In conclusione, le imprese coesive che nell’era del digitale sapranno valorizzare al meglio questi cinque fattori godranno di una maggiore ricchezza sociale ed economica, ma anche di maggiori competitività e resilienza rispetto ai cambiamenti che ci riserverà il futuro.

Fonti
[Fondazione Symbola – Intesa Sanpaolo – Unioncamere, 2021, “Coesione è Competizione. Nuove geografie della produzione del valore in Italia”]
[“Valore e potenziale dell’impresa sociale”, curato da Paolo Venturi di AICCON,Università di Bologna, con il supporto scientifico di Raffaella De Felice di Social Impact Agenda per l’Italia]
[Fonte immagine: Bockstette, Stamp, 2013]

Per traghettare la propria azienda verso un futuro digitale, tecnologico e sostenibile, è già possibile affidarsi ad un network di partner competenti che lavorano in sinergia tra loro con lo scopo comune di affiancare le imprese verso la trasformazione ecologica digitale in ottica ESG, un percorso che loro stesse hanno intrapreso e che stanno proseguendo. Il network comprende gruppi aziendali con diverse specializzazioni e con esperienze ad altissimo livello, in ambito di riorganizzazione dei processi aziendali, di revisione produttiva sostenibile, di rendicontazione e di accesso ai contributi. Il loro supporto comprende servizi di analisi, di formazione e approfondimenti altamente qualificati, di assistenza e di consulenza specializzata, oltre a strumenti di verifica e di rendicontazione con supporti operativi.

TiKappaPi è promotore e partner di un network professionale, coordinato dal dott. Massimo Talone in qualità di Project Leader, avente la finalità di costituire un hub digitale di servizio specializzato nella rendicontazione e asseverazione dei fattori di rischio ESG e predisposizione dei piani di transizione (Capex Plan)  a supporto delle richieste di finanza sostenibile ex art. 5 della Tassonomia Ue fornite da banche, assicurazioni, fondi di private equity, SRG.

Al progetto, oltre a primarie società di consulenza, revisione e certificazione tecnica, partecipa, in qualità di partner di TiKappaPi,  KnowShape®, considerata dalla Commissione Europea una delle piattaforme digitali per la pianificazione e rendicontazione di sostenibilità ESG tra le più conformi alla normativa UE.

TiKappaPi è nata proprio sulla coesione di imprese altamente specializzate nel settore informatico, e porta avanti da anni obiettivi di trasformazione digitale ed efficientamento dei processi d’impresa, con particolare attenzione alla sostenibilità, in ottica di transizione ecologica digitale.

Nell’ambito del progetto propone un protocollo operativo che, partendo dall’analisi preliminare dei processi produttivi allineati ai criteri normativi di ecosostenibilità (Tassonomia UE), consente di arrivare per ogni impresa alla predisposizione di un corretto piano di transizione (Capex Plan), fornendo al contempo le competenze adeguate e il corretto supporto operativo durante tutte le fasi del processo di pianificazione e monitoraggio (workflow). Il tutto in stretta conformità con la nuova normativa europea già in vigore o di prossima introduzione (Tassonomia, CSRD, ESRS).

TiKappaPi è in grado di fornire alle imprese interessate una consulenza preliminare completamente gratuita, oltre ad una formazione altamente specialistica in materia di progettazione ed implementazione di sistemi finalizzati alla pianificazione, rendicontazione e monitoraggio dei fattori di rischio ESG.

 

Partecipa al Webinar “La rendicontazione sulla sostenibilità dei fattori ESGComunico Italiano vi aspetta insieme a Massimo Talone all’incontro del 20 ottobre alle ore 15.30

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Sostenibilità e Rendicontazioni ESG: tempi, impatti, rischi, opportunità